giovedì 13 maggio 2010

INDAGINI CHIUSE DOPO BEN 916 GIORNI....

DELITTO OGLIARI:


I DUE IMPUTATI VERSO IL RINVIO A GIUDIZIO....




LEGGI L'ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA CRONACA DEL 7 MAGGIO 2010.

mercoledì 28 ottobre 2009

Il programma CHI LA VISTO? a Cremosano per il delitto di Angelo


Una troupe a Cremosano per indagare sulla
morte di Angelo Ogliari, massacrato la notte tra
il 30 e il 31 ottobre del 2007. L'inchiesta a rischio di archiviazione
LA PUNTATA DEL PROGRAMMA CHI LA VISTO? SUL DELITTO OGLIARI
ANDRA' IN ONDA LUNEDI 09 NOVEMBRE 2009
A PARTIRE DALLE 21.10 CIRCA SU RAI 3.

Cremosano - Un delitto efferato, l’inchiesta in Procura che sta viaggiando verso l’archiviazione, il ricordo di Angelo Ogliari nelle parole dell’amico Davide Arcari, presidente dell’associazione «Genitori per Sempre» e la troupe di «Chi l’ha visto» che è venuta a indagare su un caso di omicidio che è ancora senza colpevole. Per tre giorni la giornalista Paola Grauso della redazione del noto programma della Rai sarà a Crema per tentare di dare una risposta all’inquietante punto interrogativo che è il delitto del commerciante di auto di Cremosano. Angelo Ogliari è stato ucciso nella sua villetta a Cremosano la note tra il 30 e il 31 ottobre del 2007. Lo trovarono nel bagno del garage immerso in una pozza di sangue e il cranio sfondato. Per quel delitto sono finiti nel registro degli indagati l’ex moglie Jolanta Lewandoska e il compagno uruguaiano Edgar Fragaldines. Entrambi si sono sempre dichiarati innocenti.
L’inchiesta si è arenata«Ne vedremo delle belle» ha detto Davide Arcari che da sempre si batte per tenere vivo il ricordo di Angelo e che di recente ha avuto un incontro con il procuratore Daniela Borgonovo per fare il punto su un’indagine che per la verità appare destinata al fallimento, «noi di Angelo, non ci scorderemo mai, e il fatto che ci sia qui la trasmissione “Chi l’ha visto?” può essere uno stimolo importante”». E proprio in Procura che la Grauso andrà per avere notizie su un’inchiesta che a suo tempo era stata aperta dal procuratore Benito Melchionna e che non ha mai dato l’impressione di essere vicina alla scoperta della verità. La troupe resterà in città fino a domani. Ieri, oltre ad Arcari, è stato intervistato il sindaco di Cremosano, Raffaele Perrino, che si è battuto perché venisse ricostruita la verità dei fatti e trovato un colpevole; a tutt'oggi, però, appare molto probabile un’archiviazione.
La battaglia giudiziaria per la figlia Diana Angelo Ogliari nell’ultimo anno della sua vita ha lottato disperatamente per avere la figlia Diana al suo fianco. La bambina era andata in Polonia con la madre e non era più tornata. Angelo ha sempre contestato l’affidamento alla madre e si era appellato anche al tribunale polacco. In questa sua battaglia era stato sostenuto dal gruppo di genitori che si riuniscono intorno ad Arcari e all’associazione Genitori per Sempre. Alcune sentenze avevano dato ragione a Ogliari, ma non ha mai fatto in tempo a riabbracciare la figlia. Qualcuno - ma gli investigatori hanno sempre sospettato che fossero state più persone - lo ha aspettato nel cortile della sua villetta e l’ha massacrato. Un omicidio, quello di Cremosano, che rischia l’impunità. Una vicenda che sarà protagonista di una puntata di «Chi l’ha visto?».

mercoledì 21 ottobre 2009

CORRIERE DELLA SERA DEL 20 OTTOBRE 2009

Crema Due anni fa il delitto Ogliari.
L' inchiesta deve essere chiusa entro dicembre.
Il giallo della figlia contesa
Un assassinio «dimenticato»
Nessuna rogatoria
per la moglie polacca accusata di omicidio.
Indagini Il mistero di tre impronte
di un piede nudo di donna
trovate dai Ris sulla scena dell' omicidio

CREMA - Tra pochi giorni saranno due anni. Due anni che Angelo Ogliari è stato massacrato nella sua villetta di Cremosano, due anni che la figlioletta Diana (che dove essere affidata a lui dopo una sentenza definitiva) vive in Polonia con la madre, due anni che sul registro degli indagati sono scritti i nomi della donna, Jolanta Marzena Witzack Lewandowska, 42 anni, e del suo convivente Edgar Fagraldines, 49, accusati di omicidio volontario. Due anni in cui la principale indagata, sentita fugacemente a Crema solo una volta 4 mesi dopo il delitto da un giovane magistrato, non è neppure mai stata interrogata. E così su questa storia rischia di calare inesorabilmente l' oblio, nonostante i molti indizi contenuti nei faldoni dell' inchiesta che dovrà essere chiusa a dicembre. Un funzionario di polizia oggi al vertice nazionale della Pubblica sicurezza sostiene che un delitto si risolve nelle prime 24 ore o mai più. Qui sono passati due anni, senza che neppure fosse fatta una rogatoria per «torchiare» l' ex moglie di Ogliari che vive a Poznan, in Polonia (dove fu raggiunta dal Corriere pochi giorni dopo il delitto), e che in questi due anni è anche venuta diverse volte a Crema, città in cui vive e lavora il suo convivente. Ma ci sarebbero altri buchi nell' inchiesta condotta dal pm Pesiri: non si sa dov' è finita l' auto di Ogliari che non risulta esaminata dal Ris e su cui tra l' altro pare si trovasse un cellulare, non sarebbero stati incrociati i dati dei tabulati Telecom con le «celle» della zona di Crema e Cremosano nelle ore intorno al delitto (la notte tra il 30 e il 31 ottobre), non sarebbero state controllate le registrazioni di molte telecamere stradali e ai caselli autostradali. Dalle indagini dei Ris è invece emerso un particolare interessante: sulla scena del delitto c' era una donna. Durante il tentativo di pulitura delle tracce ha lasciato tre impronte di un suo piede nudo bagnato dal sangue della vittima che inondava il garage. Lunghezza, larghezza e forma delle orme - scrivono i Ris nel loro rapporto consegnato più di un anno fa ai magistrati - sono molto simili a quelle dell' indagata, «con una sovrapposizione alquanto suggestiva». Purtroppo dalle impronte rilevate mancano dettagli come le creste papillari che trasformerebbero l' elemento in una prova. Ma gli indizi restano molti. La contesa per l' affidamento di Diana finisce il 9 ottobre 2007 quando la sentenza diventa esecutiva. Il 24 ottobre Ogliari va in Polonia per prendere la bimba, ma madre e figlia sono sparite e così torna in Italia in attesa di una chiamata da parte dell' ambasciata. Il 26 ottobre anche la Lewandowska e il suo convivente sono in Italia. Il 30 mattina Ogliari presenta ai carabinieri una denuncia in cui dice che l' ex moglie è a Crema e gira con una parrucca bionda (circostanza che verrà poi confermata dalla donna), aggiungendo di essere pedinato e sorvegliato da Fagraldines e di sentirsi in pericolo. Il giorno seguente ha intenzione di recarsi dal procuratore capo Benito Melchionna ma nella notte tra il 30 e il 31 almeno due persone lo attendono nascoste nel giardino della villetta di Cremosano. Appena varca il cancello viene aggredito a calci, pugni e sprangate. Poi trascinato nel box e finito con una violenza inaudita. Il 31 mattina la Lewandowska e Fagraldines ripartono in auto per la Polonia.
Corvi Luigi (Corriere della Sera.)

giovedì 15 ottobre 2009

DELITTO ANGELO OGLIARI : SI VA VERSO L'ARCHIVIAZIONE. IL MALE TRIONFA SUL BENE....

ARTICOLO QUOTIDIANO LA CRONACA
DEL 15 OTTOBRE 2009
Arcari (Genitori per sempre):
«La Procura senza prove archivierà l’assassinio Ogliari»
A che punto sono le indagini sul delitto di Angelo Ogliari, ammazzato nelle prime ore del 31 ottobre 2007 ? La domanda ce la eravamo posta non più di una settimana fa, quando l’Associazione La voce dei genitori per sempre aveva commemorato il loro povero socio e amico ammazzato. E se l’è fatta anche il presidente Davide Arcari che, presa carta e penna, ha scritto al procuratore della repubblica Daniela Borgonovo per sapere che cosa si stesse architettando al secondo piano del tribunale di Crema. A sorpresa (era la terza volta che Arcari chiedeva udienza senza ottenerla), il procuratore lo ha chiamato e gli ha dato appuntamento per martedì alle 11. E Arcari ci è andato all’appuntamento e si è sentito dire quel che non avrebbe mai voluto ascoltare. E cioè che è vero che la procura ha chiesto una seconda proroga che scadrà a gennaio, ma la novità è che l’assassino o gli assassini resteranno impuniti perché la procura è intenzionata a chiudere le indagini chiedendo l’archiviazione del caso senza richieste di rinvio a giudizio. In pratica, non sono state trovate prove a carico dei due indagati, la moglie di Angelo Ogliari e il suo attuale compagno e con quel che la procura ha racimolato in due anni di indagini, il procuratore non se la sente di mandarli davanti a una corte d’assise rischiando una figuraccia. Fine della storia. Però il procuratore ha lasciato aperto uno spiraglio, affermando che comunque se qualcosa si dovesse muovere loro sono pronti a riaprire il procedimento e andare fino in fondo.Indagini sbagliate fin dal primo momento hanno portato a questa soluzione finale, dolorosa e per nulla gratificante. Quindi, se non succede qualcosa di inimmaginabile, a Cremosano abbiamo assistito a un delitto perfetto. O, come dice il capo dei Ris: «Non esiste un delitto perfetto, ma indagini imperfette». (Pier Giorgio Ruggeri)
GIUSTIZIA NON PER TUTTI.
Angelo Ogliari trovato morto il 31 ottobre 2007
Meredith Kercher trovata morta il 2 novembre 2007
Due giovani vite barbaramente spezzate......
oggi possiamo dire
Meredith giustizia SI
Angelo giustizia NO
Perche...???
Forse mai nessuno ci dara' questa risposta....
Esiste il delitto perfetto ? Risponde il Colonello Luciano Garofano Comandante RIS di Parma.
” Il Delitto perfetto non esiste parola del Colonnello Luciano Garofano Comandante dei Ris di Parma che intervenuto a una conferenza stampa al museo della scienza di Milano dice: “.....con tutti gli strumenti che abbiamo teoricamente tutti i delitti dovrebbero essere scoperti, poi è chiaro che ci sono tante variabili, spesso le risorse non sono cosi' adeguate per poter rendere realistica questa perfezione e quindi purtroppo dal delitto perfetto si scade in quello che può' essere un indagine non completa o imperfetta.......” Il Colonnello Garofano afferma infatti che ogni contatto lascia una traccia......... Alla domanda perché' il delitto diventa perfetto il Colonnello Garofano risponde: “.....perché' le risorse, la concentrazione non ci consentono di essere cosi' efficaci e cosi' perfetti da rendere ogni crimine secondo me potenzialmente risolvibile risolto.........” Parole che non lasciano dubbi sul perchè gli assassini di Angelo non verranno consegnati alla giustizia.....
Davide Arcari Presidente Associazione La Voce dei Genitori per Sempre.

venerdì 9 ottobre 2009

ANGELO..."NOI NON DIMENTICHIAMO"




Ieri sera 7 Ottobre a partire dalle ore 20.00 con una S. Messa nella chiesa di Trescore Cremasco si e' ricordato un grande uomo ma soprattutto un grande papa'.... Il caro Angelo Ogliari assassinato 2 anni fa' da mani ancora sconosciute..... forse solo alla Procura di Crema.......Buona la partecipazione alla serata....anche se ancora una volta i nostri politici locali forse hanno preferito una buona cena piuttosto che ricordare una persona che ha dato la sua vita per una giustizia che più' di una volta gli ha girato le spalle....a loro tutti va' il nostro più' sentito disprezzo....Dopo la S.Messa celebrata dal Parroco del paese Don Paolo siamo andati all'oratorio dove e' stata donata la Pergamena della Paternità' che era stata conferita ad Angelo in occasione del 19 Marzo 2008 a Roma per aver dedicato la vita al tentativo di occuparsi dei figli, per aver creduto che l’amore di un padre fosse un impegno da coltivare oltre ogni ostacolo ed oltre ogni rischio, per averne avuto conferma nel modo più tragico...... Prima del dono si e' tracciato un breve ricordo di Angelo dal Presidente dell'Associazione La Voce dei Genitori per Sempre e dal Parroco del paese Don Paolo, un ricordo molto toccante. La gente che gremiva la saletta dell'oratorio chiedeva e continuerà' a chiedere GIUSTIZIA per Angelo.La Procura deve sapere che noi non dimentichiamo ne ora ne mai il caro Angelo e vogliamo che i suoi assassini siano consegnati quanto prima alla giustizia...... Siamo pronti ad iniziative anche pesanti contro la Procura di Crema se non verremo ascoltati...... Rimanderemo in questi giorni una nuova lettera alla Procuratrice capo della Procura della Repubblica di Crema per essere ricevuti e ascoltati in caso non ricevessimo nessuna comunicazione siamo pronti con le associazioni di tutta Italia a manifestare davanti alla Procura tutta la nostra rabbia....perché' Angelo merita GIUSTIZIA...... IN FONDO CHIEDIAMO SOLO GIUSTIZIA..... Tutti noi ci auguriamo che la procuratrice ci riceva e ci dia rassicurazioni in merito a questa incredibile storia.....




lunedì 15 giugno 2009

E QUESTA E' GIUSTIZIA....???????

Sul Quotidiano La Provincia del 11Giugno 2009

Porto' la figlioletta di Ogliari in Polonia
Lewandoska condannata a 14 mesi


“Sottrazione di minore”
Sentenza per la moglie del commerciante ucciso a Cremosano nel 2007”

Un anno e due mesi di reclusione. E' giunta nel tardo pomeriggio di ieri la seconda condanna per sottrazione di minore, questa volta riferita al periodo tra il settembre 2005 e il novembre 2007, emessa dal Tribunale di Crema nei confronti di Joolanta Lewandoska.

Lei, la ex moglie del defunto Angelo Ogliari, non era in aula ad ascoltare la sentenza, letta poco dopo mezzoggiorno dal Giudice Maria Stella Leone. “E' in Polonia”, si era limitato a confermare il difensore, l'avvocato Martino Boschiroli, prima che si aprisse l'udienza.

E fra pochi giorni, scadranno anche i termini dell'inchiesta che vede la ex ballerina quarantunenne iscritta nel registro degli indagati assieme al compagno Edgardo Fagraldines, di 49 anni. Per entrambi, il reato ipotizzato e' l'omicidio volontario, in relazione all'uccisione del marito della donna. Nei loro confronti non e' comunque mai stata disposta alcuna misura restrittiva.

Ogliari, commerciante di automobili di 43 anni, venne picchiato a morte nel cortile della sua villetta di Cremosano la notte del 30 ottobre del 2007. Tra i coniugi separati, i rapporti erano tesi da tempo per via dell'affido della figlioletta Diana, nata nel 2000. E il processo celebrato ieri rappresenta uno strascico di quelle tensioni.

La piccola, stando alla decisione dei giudici, sarebbe dovuta rimanere con il padre. Ma Jolanta non la riporto' mai in Italia, dopo una vacanza trascorsa in Polonia, il Paese natale della donna; papa' Angelo non ebbe piu' modo di rivedere Diana dall'estate 2005 sino alla morte. Di qui gli esposti, che hanno portato ad una prima condanna di Jolanta Lewandoska a 15 mesi di reclusione (ancora pendente in appello) e alla sentenza emessa dal giudice Leone, al termine di un procedimento celebrato con il rito abbreviato. Nel corso dell'udienza, ad occuparsi della pubblica accusa e' stato il viceprocuratore Antonio Andronico.

Cristiano Mariani (Giornalista Quotidiano La Provincia di Cremona.)



Sul Quotidiano La Cronaca del 13 Maggio 2008

Condannata la mamma di Diana
ha portato via la figlia illegalmente


La donna tenne la bambina in Polonia pur non avendone diritto. La pena è di 15 mesi e 10 mila euro e il giudice ha 'congelato' la concessione dell'indulto in attesa del processo di appello che riguarda sempre Jolanda Lewandowska e la sua osservanza delle leggi italiane.

La mamma di Diana è stata condannata a un anno e tre mesi di reclusione e a 10 mila euro di multa perché ha tenuto in Polonia la piccola Diana contro la legge che le imponeva di restituirla al padre, il quale ne aveva diritto.

La mamma di Diana è Jolanda Lewandoska, indagata dalla procura di Crema, per la morte del marito, Angelo Ogliari, avvenuta il 31 ottobre scorso e per la quale si attendono ancora gli esami dei Ris di Parma, rinviati per ben tre volte e stavolta dati in dirittura d'arrivo, visto che l'incidente probatorio che si fonda proprio su questi esami è fissato per il prossimo 19 maggio.

II procedimento per il quale c'è stata sentenza, invece, riguarda la donna e la figlia. Il capo d'imputazione è sottrazione di minore e per arrivare alla sentenza di venerdì scorso ci sono voluti un anno e mezzo per allestire il processo e nove mesi per arrivare alla sentenza.

Che però adesso c'è.

Ecco come è andata.

Nel mese di agosto del 2005 Jolanda Lewandowska preleva la figlia dall'abitazione di Angelo Ogliari, dal quale vive separata, e la porta in Polonia. Qualche settimana più tardi il marito ottiene l'affidamento della piccola anche da parte del tribunale di Brescia, presso il quale la donna ha fatto ricorso avverso una prima sentenza del tribunale di Crema che aveva tolto la piccola a lei e l'aveva affidata al marito.

Peraltro, il 26 novembre di quell'anno la Lewandowska viene condannata a dieci giorni di prigione e a mille euro di multa perché non aveva ottemperato all'ordine del giudice che prevedeva visite regolari del papa alla bambina

In risposta alla sentenza arriva una lettera al padre che riferisce che potrà vedere la figlia come previsto dalle ore alle ore di tutti i giorni. In Polonia.

E' evidente la beffa alla quale il padre non sottostà e decide di denunciare la moglie per sottrazione di minore.

Parte da qui una lunga serie dì denunce e iniziative che mettono a nudo tutto il male della burocrazia e l'inadeguatezza del sistema legislativo in materia di coppie scoppiate e figli di separati. Un male grande che porta a far di conto con una giustizia lenta e vecchia che non sa dare risposte efficaci.

Nel caso di Ogliari, si arriva a dargli ragione sempre troppo tardi. Dopo la sua morte.

Sul caso specifico, dapprima c'è un rinvio perché la donna non si trova all'indirizzo, poi il procedimento parte senza la donna, che se ne sta in Polonia e se ne guarda bene dall'apparire in aula, infine l'ultima udienza di venerdì scorso, nella quale il pubblico ministero Raffaele Pesiri chiede al giudice di condannare la donna a nove mesi dì reclusione e il giudice Cristian Vettoruzzo calca la mano, arrivando a 15 mesi di reclusione e a una ammenda di 10 mila euro da liquidare subito, ma senza che la parte vincente, rappresentata dall'avvocata Laura Oliari, possa ricorrere a causa civile. Ma il giudice sospende anche il beneficio dell'indulto perché pende a Brescia un ricorso della donna in merito proprio alla prima sentenza.

Con ogni probabilità l'avvocato Martino Boschiroli che difende gli interessi della Lewandowska, farà ricorso anche contro questa sentenza. E Diana resta sempre dov'è.

Pier Giorgio Ruggeri (Giornalista Quotidiano La Cronaca)



Comunicato a firma del Presidente dell'Associazione
La Voce dei Genitori per Sempre Davide Arcari del 12-06-2009


E QUESTA E' GIUSTIZIA....???????

Dov'è la giustizia in questo nostro paese...???? Angelo Ogliari massacrato il 30 ottobre 2007 da mani ancora sconosciute forse la giustizia alla quale si era rivolto non sara' mai in grado di rendergli onore.... La moglie e non ex in quanto i due erano solo separati è stata condannata in un primo processo a 16 mesi di reclusione e ora notizia di ieri (10 giugno 2009) è nuovamente stata condannata a 14 mesi di reclusione totale 30 mesi di reclusione sulla carta. In pratica la signora che vola in Polonia solo quando si avvicina un udienza può girare liberamente tra Italia e Polonia come se nulla fosse accaduto. Il reato per il quale è stata condannata non è un reato lieve ma si tratta di sottrazione di minore un reato che meriterebbe sentenze pesanti ed esecutive e non pagliacciate come queste. Nessuno puo' permettersi di portare via un bambino dal proprio genitore agendo nell'inlegalità e pensare di uscirne pulito. Se l'ordinamento giudiziario è questo serviranno a ben poco gli sforzi che in questo momento il Ministero degli Esteri in collaborazione con il Ministero della Giustizia e il Ministero degli Interni stanno facendo per evitare altri casi come quello della piccola Diana se poi non c'è la certezza della pena (task force interministeriale sulla sottrazione internazionale dei minori). Queste persone oltre al reato di sottrazione di minore già molto grave di per sé hanno inlegalmente deciso di togliere un diritto e un dovere all'altro genitore, e ancora più grave hanno cancellato una figura genitoriale al minore vittima innocente. Questa non si puo' chiamare GIUSTIZIA.
In questi giorni scadranno i termini dell'inchiesta avviata dalla procura di Crema dopo l'omicidio di Angelo Ogliari del 30 ottobre 2007, sono passati quasi due anni però non illudiamoci di vedere finalmente un rinvio a giudizio del resto e' notizia di questi giorni che per il delitto di via Poma a Roma della povera Simonetta avvenuto il 7 Agosto del 1990 forse si avra' il suo colpevole a distanza di 20 anni.......quindi a noi suoi amici e ai suoi parenti non resta che aspettare ancora circa 18 anni e sperare che nel frattempo un PM si prenda a cuore questo efferato omicidio.....


Il Presidente
Associazione La Voce dei Genitori per Sempre
Davide Arcari